Hobby Model Expo Educational 2006

 

 

Nell’ambito dell’Hobby Model Professional  e basandosi sull’esperienza dell’anno precedente, quest’anno è stato dato un risalto maggiore alla Sezione “Progetto Scuola” alla quale hanno aderito cinque Associazioni in campi diversi.

In particolare il Gruppo Italo Briano, nella persona del suo Presidente,  ha partecipato per diffondere tra i giovani l’interesse per il mondo del modellismo anche ferroviario.

La scuola media coinvolta è stata la S. Caterina da Siena di Milano la cui classe III B, validamente coordinata dalle prof. Patrizia Bozzola e Paola Tongiorgi, ha creato dal nulla, usando materiali poveri e di riciclo, un diorama del ghiacciaio del Morteratsch, seppur con qualche spunto di fantasia poiché la visita in loco verrà fatta a fine anno per esigenze scolastiche.

Il diorama, esposto nel geode dedicato all’Eucational, ha riscosso un grande successo di pubblico ed è stato illustrato ai visitatori dagli stessi alunni, diventati a loro volta promotori e sostenitori del modellismo inteso come “arte di riprodurre in scala qualsiasi realtà con le proprie mani”.

Riportiamo qui di seguito come i ragazzi hanno vissuto questa esperienza con la loro innocente sensibilità.

 

UN  PLASTICO  A  VENTI  MANI

….LE FASI DI LAVORO...

 

Sembrava una qualunque giornata di scuola, anche se il cielo era stranamente incombente e cupo. Gli alunni della III B entrarono in classe ignari del loro destino.

L’inquietante ombra della professoressa di matematica ammutolì di colpo tutti i mormorii e il chiacchiericcio del precampanella; le note “bestie” che costituivano la popolazione maschile della classe parevano (se possibile) più agitate del solito: un presagio futuro. Un sinistro sorrisetto spuntò sul viso della professoressa; a questo punto vi immaginerete una terribile verifica a sorpresa, ma vi sbagliate … perché c’è di peggio, o perlomeno, così sembrava!

La malvagia idea fu quella di realizzare un modellino relativamente somigliante al ghiacciaio del Morteratsch che poi avremmo visitato a maggio (e da dove certi nostri compagni non sarebbero più tornati, complici strane magie di alcuni “amati” insegnanti).

Anche tenendo conto delle straordinarie capacità creative della classe, c’era bisogno di un “piccolo” aiuto dall’esterno: avevamo necessità dell’ausilio di alcuni esperti … almeno quello non ci fu negato.

I signori Di Modica, Samsa, Sapienza si sono “spontaneamente” offerti di rendere meno disperata la situazione generale.

Il primo problema fu quello di reperire “strani” materiali e alle nostre orecchie sconosciuti: polistirolo, cartone, carta igienica, colla, legno, corda, rametti e altro ancora. La prof. ci sguinzagliò alla ricerca dei materiali trasformandoci nella peggiore e temuta piaga dei supermercati della zona. Alla fine abbiamo trovato tutto ciò che serviva eccetto gli attrezzi, gentilmente elargiti dai tre supereroi del modellismo.

A questo punto potevamo passare alla parte creativa, la nostra preferita.

Dopo rischi inimmaginabili e traversie innumerevoli, simili agli gnomi dei boschi, sulle note della pubblicità dei wafer (“veniamo giù dai monti…”) siamo riusciti a unire i pannelli di compensato 60x60 che in futuro avrebbero costituito la base del nostro plastico.

Questo lavoro ci ha permesso di scoprire parecchi, nuovi, insospettabili talenti:  una nostra compagna ha inventato un nuovo modo di incollare molto … artigianale … ovvero quello di prendere la colla e spalmarla con le dita!

Già, perché poi abbiamo dovuto ricoprire il compensato con il polistirolo bianco: alla fine l’avevamo fin sopra ai capelli e non solo in senso figurato, credeteci!

Va ammesso che a quel punto incominciavamo davvero a divertirci, anche se costantemente ripresi dalle telecamere … altro che grande fratello, gente! E … la privacy?

La classe andava, ora, divisa in due diversi grandi gruppi dopo aver lottato per finire “casualmente” nel medesimo gruppo dell’amico/a del cuore. Un gruppo si sarebbe cimentato nella costruzione del ponte, l’altro in quella della stazione … anche questa esperienza ha lasciato il segno! Dopo averla ricostruita almeno una decina di volte a causa di piccoli errori immendiatamente puniti dalla “società” (anche abbastanza duramente!), la stazione ha raggiunto un livello estetico accettabile, anche se il giudizio spetterebbe a voi. Ci sentiamo in dovere di informarvi che la casa è stata ribattezzata “la casa di Mr. B” dopo che è stata stabilmente occupata da un abete, ma questa è un’altra storia.

Il ponte ha provocato altrettanti problemi: dopo aver intagliato il corso del fiume e, di conseguenza allagato il laboratorio di polistirolo di vario genere, abbiamo fissato il fragile ponte di cartone. La prima volta abbiamo avuto occasione di sperimentare “scientificamente” l’orrore della frana del Vajont, la seconda ha funzionato. Dopo aver terminato, o almeno abbozzato le due costruzioni siamo stati rimescolati e ridivisi in altri due gruppi (ci sentivamo dei vestiti in lavatrice prima e dopo la centrifuga!) che si sarebbero occupati di montagne e alberi.

Vi ricordate Mr B? Ecco, la storia della sua nascita: con appositi attrezzi e cercando di non colorarci di verde, le nostre manine d’oro hanno trasformato delle semplici corde in magnifici abeti (anche se nei primi, serviva moooolta fantasia per vederci un albero). Ma non crediate che finisca qua con gli alberi! Oramai ci avevamo preso gusto e abbiamo deciso di strafare: seguendo la nostra fantasia abbiamo unito rametti trovati per caso e trasformati in una semi-perfetta copia della flora locale.

Per quanto riguarda la fauna … ce n’è abbastanza in classe!

Il gruppo della montagna ha … diciamo … innalzato il ghiacciaio stesso.

Utilizzando il polistirolo, rinforzato da carta igienica e vinavil (approfittiamo dell’occasione per ringraziare Art Attack per il prezioso spunto) abbiamo creato il ghiacciaio e vi chiediamo di immaginare solo gli inghiottitoi, (ottimi espedienti per liberarsi della suocera, altrimenti detta prof.  malefica) perché il resto … è semi-perfetto va be’ è un po’ cubico … ma quanta pignoleria! Contribuiscono al realismo l’erba verde, che non poche volte (purtroppo) ha trasformato noi alunni in mostri di “briciole” verdi, veri e propri piccoli Hulk, e i massi erratici (perfetti calchi in gesso di veri massi). Intanto, per rifinire il ponte è stato aggiunto un parapetto in filo di ferro saldato a stagno creato artigianalmente dai nostri compagni. A questo proposito sarà difficile che troviate video dello spassosissimo lavoro, perché sono stati usati apparecchi che consumavano energia elettrica (ecco perché la prof. di tecnologia ne ha approfittato per spiegarci l’elettricità); la mancanza di una presa multipla ha provocato l’ira distruttiva della nostra cameramen (o meglio … camera women) che si è trovata nell’impotenza di filmare … comunque vi potete immaginare il caos della scena!

Poi abbiamo dipinto le montagne (e vestiti) di marrone e grigio e concluso il nostro lavoro, completandolo con i binari e gli omini (scegliete per noi Mr.B).

Ora voi potete rimirare il prodotto delle nostre fatiche, al confronto delle quali Ercole sarebbe impallidito e noi ve lo mostriamo con orgoglio al ricordo delle miriade di magliette buttate via. Vi preghiamo di non essere troppo duri nella critica, anche se, in fondo, cosa importa? Noi ci siamo divertiti, abbiamo lavorato davvero e con soddisfazione …. grazie per averci dato questa opportunità …

GRAZIE A TUTTI DI TUTTO!!

 

Testo di Carlotta, Giovanna, Melissa e con il supporto di Veronica.

Con la partecipazione della mitica prof. Bozzola e della straordinaria III B !!!!!!

 

 

 

 

Il diorama finito …… esaltato dal bellissimo sfondo, opera degli stessi alunni. Un video, girato dai ragazzi, ha documentato passo passo le fasi della realizzazione.

Un momento dell’inaugurazione della manifestazione

Due particolari dell’opera.